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Formazione

La prima volta che mi sono trovato a insegnare in una classe di ragazzini delle scuole medie era il lontano 1987, un anno prima del mio diploma. È quindi da quasi trent’anni che mi occupo di formazione e insegnamento in diversi contesti e a differenti livelli. Per molti anni, fino al 2000, ho insegnato nella scuola pubblica: prima nelle scuole medie e poi nei licei psico-pedagogici e anche al liceo scientifico steineriano. In quel periodo affiancavo l’insegnamento dell’educazione musicale nelle scuole pubbliche con quello di strumento, per bambini e adulti in diverse scuole di musica di Milano (CPSM, Musicopoli e altre). Dopo questo lungo periodo, anche compatibilmente con i miei impegni musicali, ho scelto la libera professione.

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Formazione per aziende

Da alcuni anni, svolgo interventi di formazione per aziende, gestendo laboratori musicali e attività all’interno di progetti formativi e di percorsi di sviluppo per persone di ruoli e funzioni differenti.
L’attività del musicista con la sua complessità dal punto di vista dell’improvvisazione, della composizione e della performance rappresenta un ottimo esempio di gestione della dimensione cognitiva ed emotiva. Far vivere alle persone, per alcune ore o una giornata, la possibilità di costruire modalità di lavoro, collaborazione e sinergia, fondamentali per la realizzazione di un gruppo musicale o un’orchestra, costituisce un’esperienza intensa e molto più efficace di tante parole… Ascolto, esercizi con strumenti musicali, coro a cappella, canoni, e altro sono attività che mettono in gioco intensamente le persone e le dinamiche relazionali.
Ho sviluppato diversi i moduli che di volta in volta modifico sulla base delle specifiche esigenze dell’azienda.

Team Building: Build your song

In una giornata ogni partecipante del gruppo vive in prima persona la metafora della musica e della professione del musicista in un gruppo di lavoro.
L'obiettivo dell'attività è inventare ex novo una canzone, di cui viene scritto il testo che poi viene cantato e/o rappato dai partecipanti fino ad avere il brano completo, registrato su una chiavetta che ogni partecipante si porta a casa come ricordo.
L'utilizzo di uno studio di registrazione mobile (computer, tastiera, percussioni, microfoni, casse, cuffie, ecc) rende questa esperienza unica, molto coinvogente e divertente.
Attività da svolgere in qualsiasi spazio chiuso, per massimo 15-20 partecipanti.

Gestione dell’ansia: Ansia e performance

Il musicista, quando si trova su un palco, deve svogere una serie di compiti. Deve saper coinvolgere il pubblico, emozionarlo, fare vedere il proprio valore, instaurare una forma di comunicazione e di empatia bidirezionale, gestire le proprie debolezze.
Questa grande responsabilità facilmente può causare grossi problemi e forti stati ansiosi. Il fallimento di solo uno di questi aspetti, durante una performance, può avere un effetto domino sugli altri trasformando un concerto in un fallimento.
Analizzare con esempi di ascolto ed esercitazioni questi aspetti e la loro interdipendenza aiuta a intraprendere un percorso per il raggiungimento del successo personale e migliora la comunicazione di se stessi e del proprio “fare”.

Team-building: Percussion-melodic circle

Questa attività si ispira fortemente al Drum Circle.
Il Drum Circle, da parecchi anni utilizzato in vari contesti, ha una grande valenza aggregativa e formativa. Si usa nel campo dell'educazione, della musicoterapia, nello svago e in contesti di teambuilding.
Il forte coinvolgimento di fare musica, ritmo, in cerchio, guardandosi reciprocamente, sprigiona una grossa energia positiva e ha un grande potere aggregativo.
Il "Percussion-melodic circle" utilizza la stessa modalità e lo stesso approccio usando però, al posto dei tamburi, i tubi sonori (Boomwhackers) e dei particolari tamburi a cornice (Sound Shape).
Queste percussioni hanno il vantaggio di essere intonate, quindi danno la possibilità di rendere melodica la percussione, di essere facili da usare e hanno un bel suono dando quindi una grande gratificazione a chi le usa anche se principiante.

Valorizzare la diversità: Consonanza e dissonanza

Nel pensare e nel parlare comune spesso si identifica la consonanza come qualcosa di buono, di positivo mentre la dissonanza come la manifestazione di un problema da risolvere.
La storia della musica ci insegna che non è così. Questo modulo aiuta a capire che la dissonanza, oltre a essere collegata alla consonanza, è portatrice di innovazione, movimento, di rischio.
In alcuni periodi storici ciò che veniva considerato “brutto” e vietato, in altri è stato valutato come “bello” e di valore.
Tramite esercizi di ascolto di brani musicali e di esercizi, il team sperimenta l’importanza di trovare consonanza ma anche di introdurre elementi di dissonanza per aumentare la performance e non rimanere nella propria area di comfort. Ciascuno sperimenta inoltre il valore del contributo del singolo e come il team non sia la semplice somma di individui ma l’espressione di un valore aggiunto.

Team-building: Urban drum circle

Come per il "Percussion-melodic circle", con questa attività si sperimenta e si vive dell'energia del ritmo e della condivisione.
L'utilizzo di oggetti "di strada" come grossi bidoni, tolle per vernici, spazzoloni e altri oggetti simili fanno di questo esercizio una forte esperienza coinvolgente e liberatoria.
Percuotere con forza ma in maniera coordinata e musicalmente coinvolgente, ha un effetto travolgente e catartico sul gruppo che, in cerchio, quindi guardandosi reciprocamente, dà risultati di grossa coesione nel gruppo.

Creatività e gestione dell’imprevisto: Composizione e improvvisazione

Il musicista, oltre ad essere un esecutore è, o può essere, un autore. Prima di poter creare bisogna conoscere e documentarsi, fare proprio ciò che hanno fatto gli altri (Stravinsky diceva “Il bravo compositore non copia, ruba”) per utilizzarlo come proprio materiale sul quale creare.
Il compositore si siede, studia, corregge, prova, cambia, mentre l’improvvisatore, in tempo reale, utilizza una “lingua” per “raccontare” un concetto che ha in mente e, come nel parlato, non ha la possibilità di tornare indietro. Una composizione è qualcosa che rimane e che altri utilizzano, mentre un “a solo” improvvisato è qualcosa di molto personale e irrecuperabile.
Sono due approcci creativi molto diversi e che ognuno di noi utilizza quotidianamente sia nel lavoro che nella vita in generale. Analizzare e sperimentare il processo creativo nelle sue svariate modalità è di aiuto nel potenziare un approccio efficace al problem solving.

Team-building: Coro e body-percussion

Il coro è fatto da tante voci. Ogni voce ha un suo timbro, una sua personalità mentre il coro deve essere percepito, dall'esterno, come elemento compatto e omogeneo. Se qualcuno stona o ha un timbro che non si amalgama con il resto del gruppo, si ha la percezione che tutto il coro sia stonato e che qualcosa non funziona.
La pratica del coro di basa sull’ascolto attivo. In un coro ogni cantante ha il proprio ruolo in base alle proprie caratteristiche e capacità. Se si cerca di far cantare un basso da soprano il risultato che si ottiene è un coro che non funziona e il soggetto in questione vive un’esperienza di forte frustrazione.
È ascoltando gli altri e se stessi in relazione agli altri che è possibile creare l’amalgama giusto, il massimo della funzionalità del coro col conseguente raggiungimento dell’obiettivo del gruppo e la gratificazione di ogni singolo elemento del team.
Esercitazioni vocali e ritmiche di insieme fanno sperimentare le dinamiche del team.

La conoscenza approfondita delle moderne tecnologie mi consente di usare, per le esercitazioni, lezioni concerto e conferenze, oltre a strumenti tradizionali, piccoli strumenti a percussione, anche software di gestione ed elaborazione live di suoni e immagini.

Ho lavorato con: